Un’immagine de “L’albergo dei poveri”, regia dei Massimo Popolizio. Foto di Claudia Pajewski

Negli abissi dell’anima

Un rifugio, forse l’ultimo, dove si ritrovano persone ai margini della società e in fuga da sé stesse. Un non luogo che si trasforma in un palcoscenico dove ogni giorno va scena la tragedia di un’umanità disperata e sfruttata da personaggi senza più coscienza. Dietro il dolore e l’angoscia di una comunità borderline di truffatori, criminali, commercianti, fabbri, prostitute, ex nobili, intellettuali e artisti caduti in disgrazia, L’albergo dei poveri ci mostra in modo sorprendente e attraverso una lente deformante, l’immagine di un mondo, il nostro, che non vogliamo vedere e nascondiamo a noi stessi, con tutte le sue lacerazioni, le divisioni, le ingiustizie. Un teatro della crudeltà dove, anche solo per cercare di sopravvivere, arriviamo con ogni mezzo alla negazione e al disprezzo delle vite degli altri.

Bassifondi, una delle pièce teatrali più importanti e influenti dello scrittore russo Maksim Gor’Kij diventa così, grazie a Massimo Popolizio, regista e protagonista dello spettacolo e all’adattamento di Emanuele Trevi, che ha inserito nel testo originale frammenti tratti da Čechov, Tolstoj, Florenskij, Puškin e McCarthy, il nudo autoritratto di noi stessi, dei conflitti e delle disuguaglianze in cui siamo immersi senza quasi più rendercene conto. In omaggio a Giorgio Strehler, Popolizio ha mantenuto il titolo L’Albergo dei poveri scelto nel 1947 dal grande regista per l’inaugurazione del Piccolo Teatro di Milano, fondato insieme a Paolo Grassi e a Nina Vinchi.  Una denominazione che lo scorrere degli anni segnati dalla fine della seconda Guerra mondiale non ha minimamente intaccato, ma ne ha forse rafforzato la capacità di riassumere il senso di smarrimento e disagio che ci circonda.  

Uno spettacolo corale di rara efficacia interpretato da un’ottima compagnia di attori che compongono un moderno poema sinfonico in cui dalle tenebre del nostro presente si intravede la possibilità di una luce, anche se tenue e lontana. Le belle scene, essenziali e funzionali, sono di Marco Rossi e Francesca Sgariboldi, i costumi tra passato e presente di Gianluca Sbicca. Prodotto dal Teatro di Roma e dal Piccolo di Milano, lo spettacolo dopo Roma e Milano sarà al Teatro Mercadante di Napoli dal 4 al 14 aprile e al Donizetti di Bergamo dal 17 al 23 aprile.

L’Albergo dei poveri
Uno spettacolo di Massimo Popolizio
Tratto dai Bassifondi di Maksim Gor’kij
Riduzione teatrale di Emanuele Trevi
Scene di Marco Rossi e Francesca Sgariboldi
Costumi di Gianluca Sbicca
Luci di Luigi Biondi
Disegno del suono di Alessandro Saviozzi
Movimenti scenici di Michele Abbondanza
Ideazione e parrucche di Barbara Petrolati
Info e bigliettihttps://www.teatro.it/spettacoli/lalbergo-dei-poveri

Un’immagine de “L’albergo dei poveri”, regia dei Massimo Popolizio. Foto di Claudia Pajewski
Un’immagine de “L’albergo dei 
poveri”, regia dei Massimo Popolizio.
Foto di Claudia Pajewski
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