Alchimia della scrittura

La parola lavoro, ripetuta infinite volte in variazioni illimitate di forme e con l’uso di diversi supporti, definisce l’imprinting dell’ultimo periodo, tra il 1979 e il 1994 dell’opera di Remo Gaibazzi, un artista appartato che ha saputo svolgere una ricerca in sintonia, ma talvolta anche in anticipo, con le espressioni più avanzate delle espressioni artistiche contemporanee. Lavoro come vita, come manifestazione attraverso la scrittura della propria individualità realizzata nel rapporto con gli altri, in costante dialogo con lo strutturalismo francese di Roland Barthes, Louis Althusser e Jacques Derrida.

Nell’opera di Gaibazzi la parola lavoro si trasforma, all’interno di uno sviluppo complesso che ricorda il processo alchemico, in un simbolo, in un ideogramma replicato in modo quasi ossessivo e forma delle composizioni che affascinano per l’intensità e la felicità dell’elaborazione grafica e sorprendono per la capacità di sperimentazione, le continue mutazioni nelle linee, nei colori e nelle variazioni cromatiche e tonali.

In dialogo con i lavori di Gaibazzi sono esposte, tra le altre, opere di Boetti, Castellani, Dadamaino, Novelli, Agnetti, Isgrò e Opalka, che mostrano le analogie e i profondi legami concettuali tra diverse ricerche ed evidenziano l’importante ruolo sostenuto dall’artista nel contesto delle avanguardie della seconda metà del Novecento.                                                                                                                       P.T.  

Remo Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive. Variazione nella ripetizione: 1979-1994
A cura di Francesco Tedeschi e Andrea Piazza
Catalogo a cura di Andrea Calzolari e Francesco Tedeschi (MUP, pp. 240, 28 euro)
Parma, Palazzo del Governatore, piazza Giuseppe Garibaldi 19, ingresso gratuito
Da martedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
Sabato e domenica dalle 9 alle 19
Info: https://www.comune.parma.it/cultura/luogo/it-IT/Palazzo-del-Governatore-1.aspx

                                                              

Remo Gaibazzi, “Senza titolo”, 1986.
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